BARI

GIARDINI DI PIAZZA UMBERTO I


Il giardino di Piazza Umberto I è collocato al centro del quartiere murattiano, in asse tra la stazione ferroviaria (1865) e l’odierna via Sparano. È un parco pubblico, non recintato, di proprietà del Comune di Bari.

Il grande spazio verde che caratterizza l’odierna piazza Umberto I è il risultato della fusione di due giardini, divisi dalla via Sparano e – per un lungo periodo – dai binari del tram. 

Il giardino più antico fu progettato nel 1866 dall'architetto napoletano Giovanni Castelli, insieme al Palazzo Ateneo e come “pertinenza” dell’edificio; l’altro prese forma in epoca successiva come degna cornice per la statua equestre di Umberto I, inaugurata nel 1905.

La costruzione del palazzo Ateneo e dei suoi giardini fu frutto delle energie culturali ed imprenditoriali della città, e del clima fervido scaturito dal grande evento politico e sociale dell’Unificazione d’Italia. La coincidenza tra intenti politici nazionali e interesse a livello locale determinò la nascita di un consorzio tra Provincia e Comune per la costruzione di un edificio di dimensioni imponenti, destinato ad ospitare tutte le scuole esistenti in città e un nucleo universitario, composto da alcuni Istituti. Strategica risulterà la scelta di porre l’isolato come nodo d’innesto tra il futuro polo stazione ferroviaria e il grande asse di collegamento costituito da via Sparano, ideale congiunzione tra la città nuova e il borgo antico.

Il progetto elaborato da Castelli per i giardini dell’Ateneo prevedeva la strutturazione di aree verdi su tutti e quattro i fronti del palazzo neoclassico. 

I giardini – molto semplici sui fronti laterali (via Crisanzio e via Nicolai), più articolati quelli insistenti su piazza Umberto e piazza Cesare Battisti – risultavano organizzati su assi simmetrici, con la presenza di aiuole circolari, triangolari e rettangolari; tutti erano recintati da cancellate.

 

A completamento dei lavori di costruzione dell’Acquedotto Pugliese, una grande fontana a vasca ovale fu installata in asse all’ingresso principale dell’Ateneo; il 24 aprile 1915, annunciato da tre colpi di cannone sparati dalla Muraglia, dalla fontana sgorgò alle undici del mattino il primo, «fresco zampillo iridescente che, asceso con gaia esultanza verso l’azzurro, reclinava spumeggiante la cima per riversarsi verso terra dove con trepidazione religiosa era atteso con le fauci spalancate», come scrisse Angelo Valentini sul Corriere delle Puglie del 26 aprile 1915. L’acqua corrente era finalmente arrivata in Puglia.

 

Le cancellate che circondavano i giardini dell’Università furono rimosse nel corso della campagna “ferro alla patria” promossa negli anni '30 dal regime fascista per sostenere l’industria bellica. 

In seguito a tale eliminazione, il giardino sul fronte posteriore divenne parte integrante della piazza delle Poste: nel 1934 era infatti stato completato il nuovo palazzo delle Poste e Telegrafi, progettato dall'architetto e ingegnere romano Roberto Narducci. 

Sul fronte principale, si progettò l’unificazione del giardino dell’Ateneo con il giardino Umberto, facendo quindi venir meno l’originaria distinzione tra le due aree verdi dell’Università e della città. L’unificazione dei due giardini portò alla creazione di un’unica grande piazza, concepita come spazio di ritrovo tra il verde, luogo d’incontro per studenti dell’Università e cittadini del nuovo borgo murattiano.

Il giardino conserva ancora oggi l’impostazione architettonica originaria, con percorsi pedonali che si snodano tra aiuole mistilinee bordate da basse recinzioni in mattoni; i vialetti definiscono un reticolo più o meno regolare, tipico delle Ville comunali pugliesi.

Intorno agli anni ’80 il giardino di Piazza Umberto è stato disarmonicamente arricchito di grandi vasche con alberi di Schinus molle e Cercis siliquastrum poste in unica fila lungo la mezzeria di via Sparano, pedonalizzata e ormai inglobata visivamente nella piazza.

All’interno del giardino è presente una statua equestre in bronzo di Umberto I, omaggio della città di Bari al re assassinato nel 1900. Opera dello scultore molfettese Francesco Cifariello, la statua è posta su un alto basamento in pietra, ornato sul fronte con lo stemma della città e sul retro con un bassorilievo raffigurante una quercia con un ramo divelto da una scure, rappresentazione simbolica dell'assassinio del re. Su un lato del basamento, si legge la dedica della «Terra di Bari» a Umberto; sull'altro, la scritta «Meritarmi l'amore del popolo sarà l'unica mia ambizione». Il monumento fu inaugurato nel 1905 alla presenza del re Vittorio Emanuele III e della regina Elena.

Nella piazza è inoltre presente un piccolo padiglione in stile liberty, sede in origine del Caffè Umberto; dopo un lungo periodo di abbandono seguito da lavori di ristrutturazione, la palazzina divenne sede nel 1921 (e fino agli anni ’70) dell’associazione Goccia di latte e Assistenza materna, che svolgeva attività a favore dei bambini disagiati. Attualmente, la palazzina – di proprietà comunale – è in concessione ad una associazione benefica di volontariato.

Le specie botaniche presenti appartengono in gran numero alla flora tropicale e neotropicale, in particolare diverse specie di palme quali Washingtonia robusta, Washingtonia filifera, Phoenix canariensis, Phoenix dactylifera, Chamaerops humilis, Trachycarpus fortunei. Sono inoltre presenti specie arboree sempreverdi mediterranee quali Quercus ilex, Pinus halepensis, Pinus pinea, Cedrus libani, Cupressus sempervirens nella forma fastigiata e – in misura minore – piante caduciformi circummediterranee mesofile. Specie esotiche, in particolare del Nuovo Mondo, testimoniano l’intensità degli scambi culturali ed economici in atto alla fine dell’800.

 

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Curatore: Isabella Di Liddo
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