Compresa tra via Guglielmo Marconi, via Tenente Ugo Granafei, via Boemondo Normanno e piazza Vittorio Emanuele II, la Villa comunale insiste in zona urbana, a ridosso del centro storico. Si estende per circa 15.000 mq su un territorio pianeggiante, di forma geometrica regolare. Proprietà del Comune di Mesagne, è protetta da vincolo ope legis in quanto bene di interesse storico con più di 50 anni, di autore non vivente e di proprietà di ente pubblico. Privo di recinzione, è sempre accessibile al pubblico.
In seguito a interventi urbanistici, nella seconda metà dell’Ottocento si decise di trasferire in altro luogo il Calvario collocato sull'ampio terreno noto come fondo Scarano e successivamente sistemare la zona a giardino; ex palude bonificata e divenuta fertile, il fondo aveva a lungo costituito una difesa naturale per il vicino Castello normanno-svevo. In una delibera del 1873 compare il primo riferimento alla possibilità per il Comune di acquistare il terreno, parte di proprietà del sig. Vincenzo Durelli, parte di proprietà del marchese Imperiale; l’operazione sarà conclusa in più fasi, in un lungo arco temporale che arriva al 1920.
Una prima delibera comunale che decide nel 1877 la ‘edificazione di una pubblica Villa’ rimane disattesa; solo nel 1883, sotto impulso del sindaco Antonio Pasimeni, una seconda delibera con oggetto la ‘costruzione di una Villa pubblica sul giardino Scarano’ stanzierà i fondi per l’anno successivo; il progetto approvato è dell’architetto Nicola De Pace.
Le delibere conservate nell’Archivio storico testimoniano i lavori di arricchimento e manutenzione della Villa nel corso degli anni. All'ultima decade del 1800 risalgono gli alberi perimetrali di leccio, mentre la sistemazione ad aiuole è databile ad epoca successiva; sino ad allora, l’intero suolo rimane sterrato. Sono testimoniate spese per lavori di ‘pulitura del pozzo Scarano’, acquisto di 20 alberi nuovi in sostituzione di quelli vecchi seccati, ‘rimonda fatta agli alberi’, potature e annaffiature, acquisto di 50 alberi di platano (di cui non v’è più traccia).
La denominazione attuale è Villa Comunale, ma quella storica è Villa Umberto I: fu infatti dedicata al re d’Italia il 6 novembre del 1900. Prima di quella data la Villa veniva indicata come Giardino Scarano.
L’impianto della Villa è quello tipico del giardino all'italiana, con un ampio spiazzo centrale verso cui convergono i viali periferici, dotati di panchine. Lo spazio è scandito da aiuole curvilinee di diversa grandezza, delimitate da bassi cordoli in mattoni di pietra e, alcune, da basse siepi; lungo tutto il perimetro del giardino, piccole aiuole quadrate di dimensione uniforme accolgono alberi di leccio. L’attuale sistemazione delle aiuole risale agli anni ’80.
Risale invece agli anni ’90 l’area giochi sistemata nello slargo centrale, con attrezzature ludiche sistemate in aiuole curvilinee a prato sintetico e vialetti interni; completano tale area panchine colorate in ferro sagomato e un campo da pallacanestro con pavimentazione in gomma.
Risultano disposti su un unico asse Ovest-Est gli elementi architettonici “storici”. Verso Ovest, prospiciente via Boemondo Normanno, un padiglione in muratura risalente agli anni ’30 è stato utilizzato, nel tempo, come caffè e sede di concerti, quindi come Infopoint; attualmente è dismesso.
Nel piazzale centrale insiste una fontana in pietra, inaugurata nel 1928. Circondata da un basso basamento litico interrotto da quattro aperture, la fontana poggia su un gradino circolare su cui si imposta una vasca quadrilobata, sormontata centralmente da quattro conchiglie e altrettanti animali marini fantastici; al culmine, un’altra vasca quadrilobata di dimensione più ridotta.
Muovendo in direzione Est, quattro pilastrini in pietra sormontati da fioriere segnano inizio e fine di un viale - fiancheggiato da panchine - che conduce ad una colonna votiva dedicata alla Madonna del Carmine, prospiciente piazza Vittorio Emanuele II. Precedentemente collocata nel centro storico, la colonna fu trasferita in Villa nel 1895; nella pavimentazione antistante è inserita una lastra marmorea commemorativa, realizzata nel 2003 in sostituzione della precedente, danneggiata.
Presenti nel giardino specie arboree – tra cui lecci, pini e palme – e diverse specie arbustive, tra cui oleandri.
Il giardino pubblico è in buono stato di conservazione. Nel corso degli anni è stato oggetto di diverse modifiche; nel 2013 è terminato un ultimo progetto di restyling che ha interessato in modo particolare la pavimentazione della Villa, nel corso del quale sono stati rinvenuti cocci e altro materiale di interesse archeologico.
Orari di apertura: sempre aperto
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