MODUGNO

VILLA COMUNALE DI PIAZZA GARIBALDI


La Villa comunale è ubicata nel settore Est della zona urbana, a ridosso del centro storico. Occupa l’intera estensione della piazza, circa 12.000 mq di suolo totalmente pianeggiante. Priva di recinzione, è direttamente collegata alle strade limitrofe e liberamente accessibile al pubblico. Proprietà del Comune di Modugno, il giardino è protetto da vincolo ope legis, in quanto bene di interesse storico con più di 50 anni, di autore non vivente e di proprietà di ente pubblico.

 

Era chiamata Votàno (1), ‘spazio vuoto’ in dialetto modugnese, l’ampia area utilizzata per lavori agricoli come la trebbiatura del grano o «tipici lavori artigianali come quello dei fabbri e dei fiscolai» (2). In questo spazio, nella Puglia assetata d’acqua, il possidente Vito Michele Loiacono fece costruire tra il 1853 e il 1855 il Cisternone, una pizzicara (3) (cioè una peschiera) ove potessero affluire le acque piovane da conservare per i periodi di siccità.

Il progetto per trasformare il vasto terreno in Villa comunale, elaborato dall'ingegnere De Sario, era pronto nei primi anni del '900 ma – come scrive il prof. Raffaele Macina – «[…] nel 1911 in Piazza Garibaldi vi erano soltanto la peschiera e ‘il vasto spianato circostante’ e […] ‘la creazione della villa’, pur essendo prevista dal progetto di sistemazione di tutta l’area, è rimandata ‘a tempi migliori’» (4).

 

Nel 2000 la Villa è interessata da un intervento di ristrutturazione di notevole portata, frutto di un’intesa tra Comune di Modugno e società Auchan. Su progetto dell’ingegnere Paolo Erbetta, viene definita una diversa dislocazione degli alberi di palma e, soprattutto, viene realizzato di fronte al Cisternone un teatro all'aperto, adibito a manifestazioni culturali pubbliche.

Nel 2003, nuove panchine sostituiscono quelle vecchie, ormai usurate; nel 2012 infine il giardino si arricchisce di nuove piante arboree di differente tipologia.

 

Di forma rettangolare, la Villa presenta un impianto da giardino all'italiana, con grandi aiuole geometriche a prato, delimitate da bassi cordoli in cemento e, parzialmente, da siepi di viburno. Dal teatro si dipartono viali rettilinei e curvilinei pavimentati in betonelle, con diramazioni secondarie; panchine in legno e ferro e due fontanelle in ghisa (in sostituzione di quelle originali in pietra) invitano alla sosta.

 

Due aree giochi occupano il versante Nord della Villa: la più grande all'interno di un’ampia area pavimentata con ghiaia; la più piccola (che sostituisce il preesistente campo da bocce) è inclusa in un’area rettangolare pavimentata con tappeto antitrauma e delimitata da un basso parapetto in pietra che – sormontato da lastre marmoree – funge da seduta.

 

Il Cisternone è l'elemento architettonico che caratterizza storicamente la Villa: si tratta di una cisterna pubblica, costruita dai fratelli Domenico e Gaetano Conte. A vista, si presenta come una vasta piattaforma rettangolare, pavimentata in chianche e leggermente sopraelevata rispetto al terreno, che costituisce la copertura della vasca di raccolta sottostante, profonda circa 10 metri; sui lati lunghi, sono collocati quattro pozzi ottagonali, attualmente chiusi. L’area è delimitata da un parapetto in pietra sbozzata coronato da pietra levigata, a mo’ di seduta; tre gradini in pietra, al centro del lato lungo del rettangolo, consentono l’accesso alla piattaforma. In asse, sul lato opposto, si eleva una piccola costruzione parallelepipeda con una stanza per il custode, fatta erigere da Vito Michele Loiacono su richiesta del Decurionato. Sul prospetto a vela rettangolare della costruzione si apre una nicchia che ospita un mezzobusto in marmo dello stesso Loiacono; il busto attuale, opera di Vito Massarelli, sostituisce l’originale andato distrutto durante i lavori di ristrutturazione del 2000.

 

Altro segno architettonico ‘forte’ del giardino è il teatro, di cui il Cisternone costituisce il naturale palcoscenico. Ricavato in un dosso artificiale, è costituito da una gradinata semicircolare di cemento delimitata da una ringhiera in ferro; vi si accede per tramite di una doppia rampa di scale. Nella pavimentazione tra Cisternone e teatro è inserita una lastra in marmo con inciso lo stemma del Comune di Modugno.

 

Al centro di una piccola area circolare da cui si dipartono quattro brevi viali rettilinei (versante Sud, in prossimità di via Ala) - spostato qui nel 2000 dalla collocazione originaria di fronte al Cisternone - si trova il Monumento ai Caduti, voluto dal sindaco Giuseppe Abruzzese e inaugurato nel 1960. L’opera attuale sostituisce il monumento bronzeo del 1927 dedicato ai Caduti della I Guerra Mondiale, rimosso nel corso della campagna “ferro alla patria” promossa dal regime fascista per sostenere l’industria bellica; dell'opera originale resta il composito basamento in pietra.

Il monumento del 1927, opera di Giuseppe Tonnini (5), «era costituito da una colonna sul cui basamento poggiava un soldato di bronzo con bandiera ed in cima ad essa, sempre di bronzo, due donne che lasciavano cadere una corona» (6). Il nuovo monumento, collocato sul basamento originario, è opera dell’artista di Rutigliano Vitantonio De Bellis; il gruppo scultoreo bronzeo è costituito da tre figure, una donna e due soldati: uno reduce dai campi di battaglia, uno ferito a morte. Lungo la colonna si sviluppano due steli litiche con i nomi rispettivamente dei caduti della II Guerra Mondiale, nella parte antistante, e di quelli della I Guerra Mondiale, nella parte retrostante. In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, nel 2011, sono stati collocati accanto al monumento due pali alzabandiera.

 

Le principali specie arboree sono: leccio, palma, pioppo, robinia, abete, brachychiton, jacaranda, mimosa marina, acero. Diverse le specie arbustive: agave, viburno, ligustro e Prunus. In molte aiuole è presente il prato all’inglese.

 

Il giardino pubblico si presenta in buono stato di conservazione.

 

NOTE:

(1) A. Gernone, N. Conte, M. Ventrella (a cura di), Modugno. Guida Turistico - Culturale, ed. Litopress Industria Grafica srl, 1ª edizione, Modugno 2006, p. 92

(2) Ibidem

(3) Ibidem

(4) R. Macina, "E Modugno restò senz’acqua ma col colera", in Nuovi Orientamenti, ed. Nuovi Orientamenti, a. XXVIII, n° 121 marzo 2006, Modugno 2006, p. 27. Il testo si riferisce ad un articolo apparso sul Corriere delle Puglie del 12 gennaio 1911

(5) La notizia è ricavata da un Rendiconto Generale della Gestione dei Fondi raccolti pel Monumento ai caduti in Guerra, del 10 ottobre 1928, pubblicato sulla rivista Il Cardo Selvatico, n°10 ottobre 2006, a cura di Giuseppe Delfino, p. 3. Nel documento si fa anche riferimento alle spese intervenute per l’«acquisto e situazione di n. 6 sedili in pietra di Trani intorno all’aiuola del Monumento [non più esistenti, n.d.a.], costruzione n. 15 sedili in ferro per la Villa, acquisto piante e fiori per sistemazione aiuole intorno al Monumento e altro, sistemazione generale delle aiuole e dei viali della Villa».

(6) M. Gidiuli, Per le Vie del Borgo Antico di Modugno. Vissuti ed Emozioni, edizione a cura dell’Università della Terza Età “Dott. Francesco Del Zotti”, Modugno 2010, p. 26.

Il contenuto di Google Maps non è mostrato a causa delle attuali impostazioni dei tuoi cookie. Clicca sull' informativa sui cookie (cookie funzionali) per accettare la policy sui cookie di Google Maps e visualizzare il contenuto. Per maggiori informazioni, puoi consultare la dichiarazione sulla privacy di Google Maps.

Orari di apertura: sempre aperto


Download
Scarica la scheda originale
Curatore: Laura Cimaglia
Modugno.pdf
Documento Adobe Acrobat 357.6 KB

Galleria fotografica

Clicca sulle immagini per ingrandirle