LUCERA

VILLA COMUNALE - Piazza Giacomo matteotti


La Villa comunale è ubicata in zona urbana, tra via Caduti di Nassirya, viale della Libertà e piazza Giacomo Matteotti, sul colle Belvedere; la superficie totale è di circa 40.000 mq. Pressoché pianeggiante, il giardino è in posizione sopraelevata rispetto al territorio circostante e declina poi nell'adiacente pineta comunale, dalla quale è separato a mezzo di una staccionata in legno.

Dal confine a Nord, coincidente con l’ex convento di San Pasquale (noto anche come Santissimo Salvatore), si domina la pianura sottostante e si può ammirare uno straordinario panorama, che va dalla corona dei monti del Sub-appennino al massiccio del Gargano, ed anche oltre, fino alle vette del Gran Sasso e della Maiella.

Di proprietà del Comune di Lucera, la Villa è priva di recinzione, dunque sempre accessibile al pubblico.

È protetta da vincolo ope legis, in quanto bene di interesse storico con più di 50 anni, di autore non vivente e di proprietà di ente pubblico.

Già nella prima metà del XIX secolo, il viale alberato con panchine del Belvedere era un apprezzato luogo di passeggiate e svago.

I primi tentativi di trasformare la località in un vero giardino pubblico non sono coronati da successo: un primo incarico per la progettazione dell’opera viene affidato nel 1890 all’ingegnere foggiano Giuseppe Casale, ma viene poi revocato.

Nel 1896 il Comune acquista dalla famiglia De Nicastri quasi 4 ettari di terreno incolto intorno al Belvedere.

Per realizzare la Villa comunale, la Giunta si rivolge al sindaco di Napoli; arriva dunque a Lucera nel 1898 Carlo Laneri, al tempo ingegnere dell’Ufficio Tecnico Municipale partenopeo. Laneri progetta un giardino costituito da due vaste zone, con fondali d’eccezione: da un lato il Castello, dall’altra il Belvedere.

Forse perché troppo grandioso per una piccola città come Lucera, il progetto non viene però realizzato.

La spinta definitiva arriva da Lorenzo Di Giovine, assessore ai Giardini Pubblici e capitano della Guardia Nazionale; questi accantona l’idea di un giardino grandioso e limita l’intervento al fondo Belvedere

Nel 1910 – grazie al lavoro di tecnici e maestranze locali e al sostegno offerto da privati cittadini – trasforma il sito in «un piccolo Pincetto», con la piantumazione di numerosi alberi e piante (lecci, olmi, pini, palme, roveri, aceri, tigli, oleandri, ippocastani).

I lavori vanno avanti fino al 1915, quando la Villa può dirsi completata. Altri interventi si susseguono fino al 1940 con opere di sistemazione di aiuole e viali, ampliamento e delimitazione della pineta, impianto di sedili e fontane e sistemazione della piazza antistante (l’attuale piazza Matteotti).

Negli anni ’50 comincia il rimboschimento del pendio del Belvedere.

Di forma trapezoidale irregolare, la villa è strutturata come giardino all’italiana.

La zona più estesa è interamente percorsa da due ampi viali alberati paralleli, che convergono in uno spiazzo centrale di forma circolare, con un palco stabile per concerti al centro. Gli altri percorsi disegnano aiuole geometriche di diversa forma e dimensione, delimitate da bassi cordoli in mattoni d’argilla e di pietra; alcune sono cinte da siepi di bosso, in alcune è presente il prato.

Lungo i viali, panchine in legno e ferro oppure (le più recenti) solo in ferro; la pavimentazione dei viali è in cemento e betonelle.

Negli anni ’50 nella zona viene costruita una pista di pattinaggio, non più esistente.

All’interno dell’ex pattinodromo, una zona ampia circa 10.000 mq è destinata a parco giochi (attualmente in ristrutturazione), costruito negli anni ’60 e ampliato negli anni ’90; pavimentata in stabilizzato, l’area giochi è delimitata da un basso basamento in cemento sovrastato da rete metallica, oltre che da siepi di ligustro.

Elemento architettonico caratteristico, è presente al centro della Villa il Concertino, palco circolare in muratura risalente al 1912.

Delimitato da una balaustra in pietra e mattoni d’argilla, con quattro accessi individuati da altrettante scalinate, presenta in posizione centrale un lampioncino in ferro a tre lampade.

L’illuminazione di tutta la Villa risale invece al 1914.

In epoca fascista (1934), un altro progetto mai realizzato: l’architetto romano Domenico Sandri disegna per il giardino un “ingresso monumentale con due coppie di grandi steli a mo’ di fasci littori”. La copia di una statua marmorea di Cesare Ottaviano Augusto, donata dal Duce nel 1942, sostituisce nel 1945 una colonna, la c.d. "Stele dell'Impero", eretta nel 1936 a ricordo dei cittadini di Lucera caduti in Africa. La statua è collocata all’imbocco di viale Castello (angolo piazza Matteotti), al centro di un’aiuola rettangolare lastricata con un conglomerato litico.

Presente un crocifisso in bronzo su piedistallo in pietra parallelepipedo, che insiste al centro di un’aiuola rettangolare lastricata in pietra. La croce fu donata dal Comune e benedetta dal vescovo mons. Giuseppe Di Girolamo nell'aprile del 1935.

Attiguo alla Villa comunale l’ex convento di San Pasquale (o Santissimo Salvatore) – completamente restaurato nel 2012 – è attualmente sede della biblioteca/pinacoteca comunale destinata ad ospitare i mosaici paleocristiani di San Giusto (rinvenuti a metà degli anni '90 nell’omonimo sito).

La vegetazione all’interno della Villa è rigogliosa e ricca di alberi secolari: palma, leccio, robinia, cedro, pino, olmo, tiglio, ippocastani, aceri, roveri. Sono presenti inoltre diverse specie arbustive, tra cui bosso, oleandro, ligustro, rosmarino, ginepro.

Il parco pubblico è in stato di conservazione non ottimale. Sono in corso lavori di ristrutturazione che interesseranno in modo particolare il parco giochi, con la creazione di nuovi spazi per il gioco e la socializzazione, percorsi fitness, campo da basket, campo da minivolley, bocciodromi. A corona, sentieri dotati di panchine e punti di ristoro. Previsto anche un impianto di guardiania e telecontrollo, gestito attraverso un locale tecnico di fronte al Concertino e adibito, tra l’altro, a servizio biblioteca e deposito di passeggini e bici.

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Orari di apertura: sempre aperto


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Curatore: Laura Cimaglia, con aggiornamenti del novembre 2017 a cura di Walter di Pierro
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