CEGLIE MESSAPICA

VILLA COMUNALE DEL CALVARIO - Angolo via Roma - via Umberto I


Estesa su una superficie di 3000 mq, la Villa insiste su un grande banco di roccia affiorante. Si sviluppa tra via Umberto I, via Roma, via Cappuccini, largo Cappuccini e via San Paolo della Croce, dove è presente un accesso al giardino caratterizzato, in passato, dalla scritta a parterre Villa comunale. L’accesso principale si apre invece sull’angolo Nord (tra via Roma e via Umberto I), caratterizzato da una grande scala che consente di superare il dislivello di circa 4 metri tra la strada e il Calvario. Interamente recintata, la Villa è comunque sempre accessibile al pubblico; di proprietà comunale,  è protetta da vincolo ope legis in base all’art. 4 ex L. 1497/39 e artt. 2 e 10 del D. Lgs. 42/2000, in quanto bene di interesse storico con più di 50 anni, di autore non vivente e di proprietà di ente pubblico.

 

La Villa comunale fu realizzata tra il 1940 e il 1950, in un’area anticamente appartenente ad un convento di frati Cappuccini, fondato nel 1566; la chiesa del convento si affacciava sulla zona attualmente occupata dal giardino, nella quale si svolgeva allora la tradizionale Fiera del Crocifisso. In seguito alla soppressione degli Ordini Religiosi (1861, decreto luogotenenziale di Eugenio di Savoia), il complesso divenne bene dello Stato; gestita da un Capitolo, la chiesa continuò a svolgere il proprio ruolo. L’intero complesso venne abbattuto nel 1965, per fare posto ad un nuovo padiglione dell’ospedale cittadino.

 

Il monumento del Calvario, al quale la Villa è intitolata, fu costruito nella prima metà del 1800, in segno di gratitudine al Signore per aver protetto la città dall’epidemia di colera che, negli anni ’20 e ’30 dello stesso secolo, aveva colpito gran parte del Regno di Napoli. Incaricato di predicare ed «…eccitare la devozione de’ fedeli a concorrere colle loro limosine alla costruzione e compimento del Calvario...» (don Rocco Urgesi, 5 giugno 1837) fu don Domenico Gatti, in seguito Arciprete di Ceglie dal 1837 al 1870.

 

La forma della Villa si rifà al giardino all’italiana ed è caratterizzata dallo sviluppo su più livelli terrazzati, collegati tra loro da scale e rampe. L’impianto della Villa – documentato dalle foto storiche della Collezione Ciracì – rispecchiava i canoni del giardino formale, con aiuole ornate da basse siepi di Buxus sempervirens, Taxus baccata e Myrtus communis e ricche di parterre floreali, con la presenza di piante di Phoenix dactylifera e Yucca gloriosa. Tra le specie arboree, esemplari di Quercus ilex (leccio) ombreggiano i viali perimetrali, mentre nella parte centrale della villa si trovano piante di Pinus pinea (pino domestico). L’interno del recinto del Calvario è caratterizzato dalla presenza di Cupressus sempervirens. Attualmente, i caratteristici parterre del giardino all’italiana sono scomparsi e gli alberi versano in un forte stato di degrado; inoltre, sono state inserite specie floreali originariamente assenti (Cedrus libani e Cupressus arizonica). Si segnala la presenza di specie alloctone e infestanti come Ailanthus altissima, segno della poca manutenzione cui è sottoposta la Villa.

I percorsi interni, originariamente in terra battuta, sono stati successivamente pavimentati parzialmente con blocchi di porfido nero, purtroppo oggi sporchi e in parte danneggiati. All’interno delle aiuole, recentemente sono stati installati dei giochi per bambini, che appaiono oggi sono in pessime condizioni di manutenzione. Gli arredi, disomogenei per tipologia di materiale (ferro, ghisa, legno), sono sporchi e seriamente danneggiati.

 

Ai bordi della Villa, posta nel luogo dove un tempo iniziava la scalinata d’accesso al convento dei Cappuccini, una statua di san Francesco ricorda la chiesa abbattuta; l’opera fu realizzata nel 1908 dallo scultore Camillo Pecere su commissione dei fedeli, che intendevano celebrare così i 700 anni dalla scomparsa del Santo. La statua, come il monumento del Calvario, necessita di un sostanziale intervento conservativo.

 

La Villa era inizialmente recintata da un muretto dell’altezza media di circa 50 cm sui lati Sud e Ovest, in corrispondenza dell’accesso principale; sui lati Nord e Nord-Est era invece chiusa da una balaustra, a protezione dal dislivello presente. Ad oggi, la Villa è circoscritta da una recinzione in ferro che sovrasta il vecchio muretto di cinta. I muri interni sono imbrattati da numerose scritte, sporchi ed alcuni seriamente danneggiati.

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Orari di apertura: sempre aperto


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Curatore: Francesco Urso
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