Introduzione

a cura di Mimma Pasculli FerraraUniversità degli Studi di Bari e Dipartimento di Lettere Lingue Arte - contributo della Prima Edizione

 

Presento con piacere il lodevole lavoro dell’architetto Giacinto Giglio consistito nella ideazione e nella cura del presente volume che vede – straordinariamente in Puglia – come oggetto degli studi e tema costante delle sue pagine i “giardini storici pubblici”, indagato per la prima volta con ben 107 esempi regionali e di cui sono presenti ben trenta Schede tecniche.

Certo non mancano libri sui giardini storici in Puglia, sia monografici (sui giardini più fortunati perché studiati singolarmente) sia di insieme come i volumi a cura di Vincenzo Cazzato sui Paesaggi e sistemi di ville nel Salento (2006) o Il giardino di Puglia (2012), o sul fenomeno in Italia del giardino fra fine '800 e inizi '900 (con particolare attenzione al tema del 'restauro' applicato ai giardini esistenti in Italia fra Ottocento e Novecento o costruiti ex novo) La Memoria, il tempo, la storia nel giardino italiano fra '800 e '900 (1999) (a cui ho partecipato per Villa Speziale nel Salento, con reperti seicenteschi e interventi novecenteschi dell’architetto Porcinai).

Ma questi libri propongono degli esempi noti o meno noti a volte anche inediti, relativi soprattutto a giardini privati, mentre i pubblici sono trattati in netta minoranza.

Invece il volume a cura di Giacinto Giglio presenta, come assoluta novità, l’indagine base su ben 107 esempi di giardini pubblici sparsi in tutta la Puglia, a cui è seguita un’attenta catalogazione con i seguenti dati: localizzazione, denominazione, notizie storiche, caratteristiche ambientali, impianto planimetrico, caratteristiche vegetali, caratteri architettonici, uso attuale, vincoli, foto.

Viene così offerta dettagliata scheda storica di 30 esempi rilevati in tutte le province della Puglia, per darci, Giacinto Giglio, un’esatta cognizione del nostro patrimonio storico, tanto da poter affermare che i “giardini pubblici storici” sono presenti sia nei grossi centri che nei piccoli comuni, l’ubicazione è prevalentemente urbana, nelle adiacenze del centro storico o raramente di palazzi nobiliari di cui erano parte integrante.

Ma l’elemento di comune denominatore è che in gran parte sono stati realizzati tra l' '800 e i primi del '900 come 'verde pubblico' appunto, appena alle soglie del centro storico, ganglio importante tra il Borgo antico e quello ottocentesco moderno di espansione della città, simbolo della modernità e della concezione nuova della vita sociale. Ville non più private solo per il ceto nobiliare o borghese, ma luoghi verdi pubblici per il bene sociale del cittadino, dove intrattenersi, relazionare, riposare e soprattutto respirare l’aria salubre. Può essere sia la 'villa comunale', può essere 'la piazza alberata' o 'la piazza-giardino' come Piazza Umberto I a Bari, cuore pulsante della città voluta da Murat (1813), da una parte giardino del Palazzo Ateneo (1888) e dall'altra verde pubblico piantumato nel 1901 e arredato nel 1905 con la statua a cavallo di Umberto I dell’artista Cifariello. Se per le notizie storiche rimandiamo alla Scheda dettagliata nel presente volume, ricordiamo anche la presenza a Bari della Piazza-giardino Garibaldi deliberata come area verde nel 1859 alla fine di Corso Ferdinandeo (oggi Corso Vittorio Emanuele) dal re Ferdinando II (in occasione del matrimonio a Bari di Maria Sofia di Baviera) insieme all'altra area verde progettata dall’altro lato del Corso, sul mare. È la 'villa comunale'  come vediamo  segnalata nelle planimetrie antiche e mai realizzata, se non solo nella zona dello slargo IV novembre, all'inizio dell’attuale Corso Cavour. Rare foto storiche ci testimoniano della sua esistenza, ma un recente e illuminato progetto Europeo (FESR) il Cultural garden heritage as a focal point for sustainable tourism ha dato corpo alla valorizzazione dei 'giardini storici' in Europa e in Puglia, qui scegliendo come casi di studio le ville comunali nel periodo umbertino (Bari, Foggia, Trani, etc.) e Taranto (che è divenuto 'caso pilota') grazie alla simbiosi di intenti fra la Regione Puglia (dott. Mauro Bruno, Servizio Beni Culturali. Ufficio Beni Architettonici ed Archeologici) e l’Università di Bari - Dipartimento di Lettere Lingue Arti (prof. Mimma Pasculli, Storia dell’Arte Moderna), progetto supportato dalla vigente normativa che tutela i 'giardini storici pubblici', a cominciare dal Decreto legislativo n. 42/2004 (Codice dei Beni culturali) ad arrivare alla recente Legge n. 10/2013, come ci sottolinea acutamente Giacinto Giglio “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”.

A lui dobbiamo l’elaborazione di un Progetto preliminare di restauro scientifico del giardino di Piazza Umberto I (con la collaborazione dei professori dell’Università di Bari Franco Macchia, già direttore dell’Orto Botanico, Mimma Pasculli, Storia dell’Arte Moderna, il dott. Gianni Picella, delegato Ambiente FAI, la dott. Francesca Cotugno, Direttore Amministrativo presso il Ministero di Giustizia, l’arch. Angela Serratì, Associazione in difesa del verde e dei giardini storici) offerto nel 2013 al Comune di Bari, affinché si proceda in necessaria alternativa al Progetto “Bari crossing 2007” di cosiddetta “riqualificazione” o “restyling”. Infatti il suddetto Progetto offerto al Comune di Bari si avvale della catalogazione di tutte le specie vegetali del giardino di Piazza Umberto, tra cui ricordiamo il Cedro del Libano di ben 150 anni, elaborata dal prof. Franco Macchia e con una precisa planimetria con le collocazioni.

Al “Comitato per le politiche ambientali e qualità della vita” (decreto Rettorale Petrocelli 27 novembre 2007, coordinatori prof. A. Tursi, prof. A. Uricchio, componente M. Pasculli) dobbiamo la realizzazione il 25 maggio 2010 di un grande Convegno nazionale “L’Università di Bari e il verde pubblico: il Giardino di Piazza Umberto I come Bene Culturale” di apertura del problema della tutela del giardino storico di Piazza Umberto, onde evitare lo scempio già perpetrato con la distruzione nel 2005 del giardino di Palazzo Ateneo (divenuto negli anni Trenta Piazza delle Poste, e poi Piazza Cesare Battisti).

Auspichiamo che questo libro di Giacinto Giglio (frutto della sua iniziativa e della sua qualificata professionalità nel campo del restauro scientifico dei “giardini storici” e del lodevole contributo dell’Assessorato al Mediterraneo e al Turismo) possa costituire una pietra miliare per la Puglia e l’inizio di una concreta e sempre più attenta tutela verso il “verde pubblico” anche da parte dei cittadini. Un verde di tutti da salvaguardare per tutti, e non un luogo di arbitrari interventi di ammodernamenti contemporanei che tingono di rosso le nostre ville, i nostri giardini e le piazze pubbliche, come già purtroppo la recente attenta catalogazione ha potuto verificare in negativo.

Nonostante ciò, ben 107 giardini sono stati verificati ancora in loco a cui assicurare lunga vita nel rispetto delle norme di tutela da parte dei Comuni, nell'osservanza delle disposizioni della Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio.